Palazzo Frabasile

Il Palazzo Frabasile rappresenta una delle maggiori emergenze architettoniche presenti nel tessuto urbano antico di Episcopia.
Sorto nel 1847 lungo l’asse viario principale dell’epoca, Via Pianello oggi Via Roma, venne edificato presumibilmente riutilizzando e riadattando una più antica costruzione che rimane ancora visibile nella parte posteriore del Palazzo, in Via Pesco Malconsiglio, in quanto più bassa di un piano e di stile sensibilmente diverso.
La facciata del Palazzo Frabasile presenta un portale in pietra di notevoli dimensioni finemente adornato con volute e motivi floreali, opera degli abilissimi scalpellini locali, e con i classici occhielli ai lati per posteggiare i cavalli e gli asini.
A pianterreno si aprono, alla destra del portale, due porte più piccole che erano l’accesso ai locali “commerciali” in uso fino alla metà degli anni ’90 del secolo scorso mentre, a sinistra del portale, si intravede la finestra (ora murata) che dava luce allo scalone interno; al piano di sopra si affacciano (da sinistra a destra) una finestra e tre balconi con belle ringhiere antiche e, all’ultimo piano, fanno capolino quattro finestrini quadrati.
Accedendo all’interno si veniva immesi in un ampio disimpegno centrale che conduceva a sinistra al magazzino del grano, centralmente alla vasta cantina e, a destra, all’antico frantoio. Mentre della cantina si conservano ancora le vecchie botti e le damigiane, insieme alle due vasche in cemento per la pigiatura dell’uva, il frantoio ha perso la sua identità con lo smontaggio delle macine così come non si riconosce più il magazzino del grano dove una volta si potevano ammirare gli enormi cassoni di legno oggi scomparsi.
Attraverso una scalinata in pietra si raggiunge il piano nobile, composto da due enormi saloni, un salottino, uno studio, tre camere da letto, un’ampia cucina ed un bagno. La cucina conserva ancora un grande forno ad angolo ed un imponente camino in pietra, un camino più piccolo è presente nel salone più grande mentre non vi è più traccia dell’arredo e del mobilio originali fatti oggetto di furto dopo che, nel 1992, la casa venne lasciata disabitata.
Da una scala nascosta all’interno di un finto armadio nel bagno si accede al secondo piano che, nel disegno originario, doveva essere il penultimo ma che, a causa di una imprevista crisi economica familiare, i Frabasile non poterono ultimare lasciandolo allo stato di rustico ma con tutte le predisposizioni del caso tra cui si distinguono i vani per sei balconi, i divisori interni e la sede di quello che sarebbe stato un camino, per un totale di oltre sette ambienti oltre al sottotetto e al terzo piano rimasto anch’esso incompiuto.
Il Palazzo vide svolgersi al suo cospetto la Rivoluzione d’Ottobre del 1860 (per approfondimenti clicca qui) e fu fatto oggetto di sassaiole contro i balconi, tiri di fucilate ed infine venne assaltato con una carica d’ariete che ne abbattè l’imponente portone causando la cattura dei suoi inquilini da parte dei rivoltosi.
Questo pregevolissimo immobile venne edificato in occasione del matrimonio tra il Cav. Angelo Frabasile, Capitano della Guardia Nazionale originario di Moliterno, ed Elisabetta Cocchiararo da cui ebbe quattro figli: Antonio, Vincenzo, Eleonora e Achille.
L’Illustrissimo Prof. Antonio Frabasile fu un eletto grecista, venne chiamato ad insegnare lettere presso la Corte del Re di Grecia e lingue presso le ambasciate di Atene, in America fu traduttore per la polizia di New York e giornalista per l’ “Araldo Italiano”; lì sposò in seconde nozze (dopo il divorzio con la prima moglie greca da cui ebbe due figlie) la nipote di Napoleone III, la contessa francese De Castelvecchio.
Il secondogenito Vincenzo Frabasile fu Sindaco di Episcopia alla fine dell’800; sposò in Napoli il 3 aprile 1887 la Baronessa Elodia Virgilj Abate da cui ebbe due figli: Italo ed Elisabetta.
Elisabetta ebbe come unico figlio Don Roberto Genova, ultimo proprietario della famiglia
a possedere il Palazzo gentilizio (che da questi venne ceduto all’Avv. Vincenzo Viceconte) e lui ebbe come unica figlia Mariaelisa Genova.
Italo, invece, ebbe due figli: Mario e Clara da cui prosegue oggi la loro nobile stirpe.
Fonte: “Episcopia, Storia e Storie” di Alberto Maria Viceconte – 2019 © Tutti i diritti riservati al Comune di Episcopia.


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