Convento di Sant’Antonio

Il Convento di Sant’Antonio venne edificato alla fine del XVI sec. ai limiti del borgo di Episcopia lungo l’asse viario secondario dell’epoca, che conduceva dal Castello verso il Monastero di San Giorgio Martire (per approfondimenti clicca qui).

Un complesso edilizio di indiscutibile valore storico artistico, pur con le mutilazioni e le manomissioni subite a partire dalla soppressione degli ordini religiosi, conserva l’originario impianto tipologico-architettonico degli insediamenti francescani costituito dai tre corpi di fabbrica del convento e dalla chiesa articolati intorno al chiostro quadrangolare porticato con la superiore loggia archivoltata.

La chiesa, a navata unica di notevoli proporzioni, è definita dalla serialità delle arcate laterali, sotto le quali sono posti gli altari minori, ed è conclusa da una profonda abside coperta da una volta a botte. Singolare è la diversità decorativa tra le due pareti laterali: quella sinistra costituita da semplici paraste portanti il superiore cornicione modanato e quella destra caratterizzata invece da un ricco apparato decorativo barocco di vigorosi effetti plastici.

La fisionomia esterna è invece improntata all’estrema sobrietà architettonica, caratterizzata solo sul fronte principale dal campanile che, realizzato in una seconda fase, presenta un’elegante cuspide ottagona rivestita in maioliche a dischi policromi di singolare effetto.

La chiesa francescana edificata nel corso del XVI sec. presenta una ricca decorazione a stucco.

I cinque altari, collocati lungo le pareti laterali, sono costituiti da mense al di sopra delle quali si ergono nicchie centinate con coronamento a valve di conchiglie.

L’ultimo altare, a sinistra, è sormontato da una cornice rettangolare con cartiglio apicale. La ricca decorazione che si fa addirittura esuberante in corrispondenza del secondo e terzo altare a destra, è ascrivibile ad un intervento settecentesco di maestranze probabilmente meridionali.

Sul quarto arcone, (ambo i lati) gli affreschi costituiscono la più antica testimonianza oggi rilevabile della decorazione della chiesa francescana.

In alto la lunetta presenta al centro l’arma gentilizia “Della Porta” (per approfondimenti su questa famiglia clicca qui) che divengono feudatari di Episcopia nel XV secolo.

La decorazione a losanghe e finti marmi, il motivo araldico e il bel particolare della giara permettono di datare l’opera alla seconda metà del 500.

Nella figura dell’Eterno, a sinistra, in base alle poche tracce leggibili, è possibile ipotizzare una datazione ai primi del XVII sec., opera di un artista che guarda a modelli diffusi tra il Cilento e la Lucania, come Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa. Al tempo stesso, però l’Eterno risente di una staticità ancora tutta bizantina.

Notevolmente danneggiati presentavano ampie cadute di colore, sudiciume, colature di cemento ed efflorescenze di sali causati dalla presenza di umidità per capillarità. Per quanto riguarda i lavori di restauro, si è intervenuti mediante fissaggio del colore, consolidamento degli intonaci, pulitura e ripresentazione estetica.

Il Consolidamento e il Restauro

Il restauro della chiesa del convento di S. Antonio è iniziato nel 1981, a seguito dei danni arrecati dal sisma dell’80, con consistenti opere di presidio. Ciò ha evitato la sicura perdita del complesso monumentale le cui strutture, già in stato di notevole degrado dovuto alla vetustà ed al pluriennale abbandono, erano ormai giunte ad uno stato di totale instabilità.

Il successivo intervento di consolidamento, finanziato dal Comune di Episcopia ed effettuato nel 1986/87, è consistito nella bonifica delle murature dell’intero complesso.

Il consolidamento della parete laterale sinistra della chiesa, notevolmente strapiombata all’esterno, ha richiesto una particolare perizia tecnica ed esecutiva. Esso è stato conseguito realizzando una parete di controventatura in cemento armato lungo tutto lo sviluppo del muro che, fondata su micropali, ha bloccato il ribaltamento in atto della muratura interessata da un pericoloso fenomeno di rotazione della fondazione.

Nella realizzazione delle cordolature di irrigidimento, si è inoltre dovuto tener conto della necessità di riportare alla quota originaria il pavimento che risultava impropriamente rialzato di oltre 60-80 cm. Con i lotti successivi, effettuati negli anni 1988/89, sono stati completati i lavori di consolidamento della chiesa e dell’ala sud del convento.

Demolita l’impropria volta latero-cementizia degli anni ‘60, e stata ripristinata l’originaria copertura a due falde della chiesa impostata alle quote preesistenti ritrovate ed è stato infine riproposto all’interno il soffitto piano in legno.

Nel triennio 1990/93 si è posta mano alla riqualificazione architettonica del convento il cui impianto, in quanto privo di intere sue parti, era completamente snaturato presentando due fronti aperti verso l’esterno che invece erano originariamente interni al chiostro.

Per poter qualificare le parti ancora esistenti è stato quindi indispensabile ricomporre l’impianto a corte attraverso la ricostruzione delle parti crollate rese però chiaramente individuabili dall’uso di materiali diversi o dall’adozione di tecnologie attuali e moderne. Sono stati cioè utilizzati mattoni a vista per i pilastri e le arcate del portico e del loggiato, rete metallica a vista per la riproposizione delle voltine a crociera, capriate in legno lamellare per le coperture, infissi di disegno moderno per i nuovi vani finestra, ecc.

Tutto ciò in ossequio alle enunciazioni teoriche della carta internazionale del restauro.

Gli ultimi lotti, effettuati negli anni 1994/97, hanno interessato prevalentemente le opere di rifinitura interna ed esterna.

Il restaurò fin qui effettuato si è concluso con la sistemazione dell’area esterna alla parete sinistra della chiesa e con la realizzazione del nuovo tronetto gradonato nell’abside.

Anche nella fase finale è stata determinante e proficua la collaborazione del Comune di Episcopia che ha provveduto, con la consulenza progettuale della Soprintendenza, alla sistemazione della piazza del sagrato antistante, nonché quella della Parrocchia che ha realizzato gli impianti elettrico e di antifurto atti a consentire la piena funzionalità necessaria alla riapertura al culto della chiesa ormai chiusa da oltre un trentennio.

Fonte: “Episcopia, Storia e Storie” di Alberto Maria Viceconte – 2019 © Tutti i diritti riservati al Comune di Episcopia.

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