Cappella di San Rocco

La Marchesa Porzia Carafa volle la realizzazione della della Cappella di San Rocco la cui campana reca in rilievo su di un lato l’effige del Santo e sull’altro lo stemma dei Carafa, di campo bianco e strisce rosse, e su di essa si può leggere la scritta a rilievo sulla prima riga “Domina Porzia Carafa Marchionnissa Episcopie” e, sotto, “Lieri Ma Davit A.D.” ma l’anno di fusione, purtroppo, non si riesce a leggere esattamente.

Per via dello stato di degrado della Cappella, l’Ufficio Tecnico Comunale, al fine di salvaguardare la cittadinanza ma anche di preservare il bel manufatto, nel 2014 ha deciso di rimuovere la campana che, attualmente, è esposta presso la Casa Comunale.
Nel 1938 scoppiò ad Episcopia una incontrollabile epidemia di febbre tifoide: gli ammalati venivano curati con il chinino ma l’epidemia condusse all’altro mondo una buona fetta della popolazione.

Il figlio di Biagio Russo, grazie alle preghiere e all’intercessione di San Rocco, riuscì a salvarsi e per questo i Russo chiesero alla Famiglia Arcieri, ancora oggi proprietaria della cappella acquistata nel 1788 dai loro antenati De Salvo, di poter restaurare la cappella dedicata a questo santo taumaturgo. Ottenuto il consenso la cappella, da lungo tempo abbandonata, rifiorì e da quell’anno si prese a festeggiare anche ad Episcopia il 16 agosto San Rocco.

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