Palazzo Guerriero

Il Palazzo Guerriero rappresenta una delle più antiche dimore gentilizie presenti nel tessuto urbano antico di Episcopia.
Sorto lungo l’asse viario secondario dell’epoca, che conduceva dal Castello verso il Monastero di San Giorgio Martire (per approfondimenti clicca qui), venne edificato presumibilmente nel XVII sec. a poca distanza dalla Grancia di San Vito che era un deposito agricolo in uso al Monastero del Sagittario di Chiaromonte.
La facciata del Palazzo Guerriero presenta un grazioso cortile chiuso da una inferriata e da un cancello (posati nel 1912 dal Colonnello Aldo Guerriero, il quale fu anche Podestà di Episcopia) da cui si diparte una scalinata esterna per salire al piano nobile e su cui affacciano tutte le finestre delle sale più importanti.
I Targiani erano la famiglia gentilizia che in origine abitava questo palazzo e di loro abbiamo numerose tracce nel XVIII sec.
Uno dei più famosi esponenti di questa nobile famiglia fu il Conte Diodato Targiani che fu Consigliere della Camera Reale di Santa Chiara e Consigliere della Giunta degli Abusi.
Nel 1767 spettò a lui il compito di redigere l’inventario dei beni confiscati ai Gesuiti della Nunziatella a seguito del decreto emanato dal suo diretto superiore, il Segretario di Stato Bernardo Tanucci, per lo scioglimento della Compagnia di Gesù.
Con Regio Diploma del 30 ottobre 1798, il Re Ferdinando di Borbone concesse a Diodato Targiani il titolo di Marchese “su feudo da acquistare”. Il titolo passò a Bernardo Targiani e di seguito a Francesco Targiani che, prima della conquista del Regno di Napoli, si trasferì a Wattwil, in Svizzera.
Il figlio di quest’ultimo, Diodato Targiani Junior, non avendo discendenza rinunciò al titolo a favore delle sorelle viventi Sofia, Maria (in Della Corte), Elena (in Simonetti) ed Antonia.
Per il matrimonio celebrato il 15 febbraio 1854 tra Sofia Targiani (Wattwil, 27 aprile 1833 – Napoli, 11 ottobre 1905) e Felix Hermann (Neagal, St. Gallen, 30 agosto 1823 – Napoli, 9 luglio 1895), il titolo di Marchese passò alla famiglia Hermann Targiani.
Felix Hermann venne nominato Console Generale della Svizzera a Napoli, dal 1880 al 1893, per cui la famiglia si stabilì nella città partenopea al n. 9 di via Chiatamone.
La famiglia Hermann Targiani è iscritta nel «Libro d’Oro della Nobiltà Italiana», registro ufficiale dello Stato Italiano conservato nell’Archivio Centrale dello Stato a Roma e compilato dalla Consulta Araldica del Regno d’Italia, organo statale costituito nel 1869 presso il Ministero dell’Interno.
Con Regie Lettere Patenti del 24 giugno 1920, Leopoldo Hermann Targiani, figlio di Felice Hermann Targiani (1867-1917) e Irene Giunti (1874-1962), fu autorizzato ad assumere il titolo di Marchese, ai fini della compilazione dell’«Elenco Ufficiale delle Famiglie Nobili e Titolate del Regno d’Italia», approvato nel 1921.
Il cognome Targiani si estinse, in Episcopia, perchè l’ultimo erede maschio, il Rev.mo Sac. Don Francesco Antonio Targiani, intraprese la vita sacerdotale prodigandosi per le anime del paese.
Di lui sappiamo dal Catasto Onciario, redatto nel 1753, che nacque da Donna Barbara Buglione nel 1706 e che abitava “in casa con la madre D. Barbara Buglione di anni 77, assieme alla serva Giulia Lo Fiego di anni 32, il servo Giuseppe Lo Fiego di anni 20, Angelo Sofia di anni 60 che svolge la professione di massaro, Benedetto Caputo che ha 23 anni ed è custode di bovi, Saverio di Nido di professione gualano e Andrea Jannibelli, di anni 38 forese”.
Il Catasto Onciario ci informa anche che egli era titolare delle cappelle di San Pietro (in jus patronato alla famiglia dei Marchesi Della Porta, sita in località Manca di Basso abbandonata da secoli ed ora completamente distrutta a causa del passaggio delle condutture dell’acquedotto) e dell’Addolorata (in jus patronato alla stessa famiglia Targiani, posta a poca distanza dal Palazzo in questione, per approfondimenti sulla cappella dell’Addolorata clicca qui).
Don Francesco Antonio Targiani è menzionato anche all’interno di un cartiglio argenteo ricavato al di sotto di un pregiatissimo crocifisso del 1746, attualmente restaurato e custodito nella parrocchia della chiesa madre di Episcopia (per approfondimenti su questa chiesa clicca qui).
I beni della famiglia Targiani passarono, per matrimonio, alla famiglia Astore: in paese si trova un vicolo che porta proprio questo cognome (per localizzarlo clicca qui).
Da questi la proprietà passò alla famiglia Frabasile e poi Guerriero, attuale proprietaria del Palazzo.
Il Col. Aldo Guerriero nacque a Bologna il 19 luglio 1894 dal Medico Francesco Guerriero e da Eleonora Frabasile (per approfondimenti sulla famiglia Frabasile clicca qui), contrasse matrimonio con Vitale Carmela ed ebbe quattro figli: Augusto, Italo, Cristina e Rosalba.
Servì la Patria in Armi e il paese come Podestà dal 1928 al 1934; morì ad Episcopia il 21 marzo 1974.
Dei quattro figli Augusto emigrò in America mentre Rosalba si sposò a Senise con un cugino Guerriero ed ebbe tre figlie ed una nipote, mentre Don Italo Guerriero rimase l’ultimo esponente della famiglia a tenere vivo in Episcopia il cognome di questa nobile stirpe.
Don Italo compì il suo percorso terreno il 5 marzo 2022 all’età di 80 anni, lasciando questa vita nello stesso giorno in cui la Sig.ra Florinda Costanzo, figlia dell’altro storico podestà di Episcopia, morì a 101 anni di età.
Fonte: “Episcopia, Storia e Storie” di Alberto Maria Viceconte – 2019 © Tutti i diritti riservati al Comune di Episcopia.
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